Su Repubblica di oggi è brillante l’analisi di Padoa Schioppa, dal punto di vista politico. Dal lato dei contenuti mette benzina sul fuoco e ci non ci fa togliere dalla testa che Confindustria abbia ragione. Montezemolo già lo aveva chiarito sul Corriere di oggi, e per un’analisi lucida e ragionata è da leggere questo post del Pensatore.
A parte la trovata dello scambio tfr- cuneo fiscale, che più che una provocazione assomiglia a quelle notizie di cronaca nera da rivoltare lo stomaco, il fatto politicamente più rilevante della giornata è sicuramente la definitiva consacrazione del “nostro” ministro dell’economia a ruolo di politico tout-court. Presentatosi a via XX Settembre con la fama del tecnico duro e puro, da far impallidire un sottosegretario come Paolo Cento, messo lì per giochi di potere, ha sbaragliato la concorrenza e solo il premier riesce a fare più notizia di lui.
Proprio Prodi, sembra aver insegnato al suo ministro la grande arte del mediare, tipica del più polveroso politichese di questa “strana” Seconda Repubblica.
Renato Brunetta aveva definito Padoa Schioppa “un funzionario di banca”. Non concordiamo perché TPS i propositi da contabile li ha lasciati negli editoriali del Corriere, o al più negli uffici della BCE. Non si capisce come possa, una persona del suo rango, arrivare a dichiarare certe affermazioni.
A parte
Padoa Schioppa ha pensato bene di prendere lezioni di strategia industriale dalla CGIL, riesumando una concertazione a tre, sindacati, confindustria Governo, degna dei “migliori” scambi politici degli anni 70.
Proprio lui, il tecnico prestato alla politica, appare oggi come il ministro più scadente dell’attuale Governo Prodi. Lui risponderà : “ Si è vero, però io ci ho messo la faccia”.
Noi però avremo voluto vedere più il cervello più che il viso.
2 commenti:
ehi, grazie per avermi linkato...
a presto
Marco
De nadA..
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