sabato, ottobre 14, 2006

Il vizio di Prodi

Prodi preso da sacro furore, ci ha messo un solo giorno a replicare alla critiche di Bill Emmott. Diamo atto al premier che riesce, in 24 ore a rispondere a un critico e tagliente articolo. Il Cav non ci è mai riuscito, forse Prodi ha tempo da vendere..

Le critiche al suo intervento risulterebbero dieci volte più lunghe dello stesso, quindi non è il caso di soffermarsi su tutti i punti toccati dal nostro “premier orgoglioso”. Solo un punto ci preme sottolineare.

Prodi dice “Oggi l'Italia è diventato un Paese egoista dove si è diffuso un «pensare singolare» che mina fortemente le basi di una democrazia condivisa. Alla vox populi si è sostituito sempre più il convincimento che si possa fare qualcosa purché non riguardi i miei interessi” e ancora “Emmott è inglese e sa bene a cosa mi riferisco: è la politica del Nimby, quel not in my back yard («non nel mio cortile”.

Il problema alla base delle critiche alla politica economica di questo Governo sono proprio qui. Con la retorica del “preoccuparsi solo del proprio orticello”, l’ideologia Stato-padronale di questa maggioranza fa si che la politica entri nei cortili degli individui, con l’unica idea di mettere in sofferenza chi lavora che vorrebbe solo vedere i risultati del proprio lavoro. I conti, i patti di stabilità e il “famigerato” rigore, sono la scusa per avere sempre un “grande fratello” pronto a fregarti un qualche modo. Il motto, in altre parole è “Fai, produci, io ti attendo al varco, ti osservo. Stai attento!”.

La morsa statale è l’arma di Prodi, e i vincoli europei non sono altro che una giustificazione continua.

A risentirci

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