mercoledì, ottobre 04, 2006

Il Buon Mastella


La reclusione dovrà essere considerata «una misura punitiva estrema», riservata «alla criminalità organizzata, ai delinquenti abituali e da coloro che commettono reati che destano grave allarme sociale»...«più spazio dovrà essere conferito alle sanzioni diverse, irrogate in alternativa alla detenzione ordinaria».


A parte la vaghezza di linguaggio, geneticamente consona ai messaggi letti in pubblico da esponenti politici nelle varie manifestazioni, l'intervento di Clemente Mastella alla festa del corpo della polizia penitenziaria getta un velo di timore e stupore in chi scrive.

Come può, dopo l'errore dell'indulto, lasciarsi andare in questi ripiegamenti moralistici, divaganti in una sorta di bonarietà paternalistica? Le vittime di chi è stato rilasciato a causa dell'indulto, sono sulla coscienza del Ministro, anche se è molto difficile che se ne renda conto. Noto, quindi, che l'indulto non basta, ora bisogna mandare in carcere solo chi è davvero Cattivo, gli altri, lasciamoli ai domiciliari, o addirittura, facciamo pagare una somma, e chi s'è visto s'è visto. Come se la giustizia italiana fosse perfetta, come se non fossero mai esistiti casi di mala-giustizia in Italia.
Invece di proporre baggianate intrise di una cristianità posticcia, non certo originale e autentica, il Ministro dovrebbe darsi da fare a rivedere le carceri italiane ed il loro funzionamento. Rivedere il comportamento di alcuni magistrati, e a parer mio, porre seriamente la questione dei lavori forzati per determinati detenuti.

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