martedì, ottobre 17, 2006

L'incubo di una società multietnica


“L'Islam tra dieci anni sarà nel cuore degli italiani .I veri

musulmani faranno il loro dovere di mostrare il vero volto

dell'Islam: quello della pace e del dialogo”


“L’Islam è il bene, per questo tra poco dominerà il mondo”




Abu Shwaima, imam di Segrate, è uscito allo scoperto. Ma non con frasi minacciose, lasciate volutamente da parte. L’animo della discussione ha preso una piega sostanzialmente diversa: non è più tempo della rabbia, dell’invasione forzata. E’ tempo del dialogo con la parte forte, sicura di sè, detentrice della Verità Assoluta. L’ora del rovesciamento è vicino, ma non avverrà con la spada, ma con la benevolenza che solo le “genti musulmane” sanno esporre e offrire al fratello miscredente.

Stupirsi di queste frasi è quasi impossibile. Lecito è, però, rimanere per lo meno dubbiosi sul tono delll’Imam. Lecito è interrogarsi sul nostro futuro, sul futuro dei nostri figli, e di quelli che verranno. Obbligatorio diventa, interrogarsi su cosa le istituzioni europee stanno sbagliando, su cosa la gente comune non riesce a percepire.

L’immigrazione è fondamentale per l’Europa” è una frase che almeno una volta tutti avranno sentito pronunciare da un esperto (o auto-ritenuto tale) alla tv o alla radio. Francamente è una frase giusta, obiettiva, che comprende l’invecchiamento progressivo della popolazione europea, il cambiamento dello stile di vita in collegamento con la necessità di manodopera (chi le raccoglie le patate?) e una giusta dose di carità “territoriale” nei confronti di popolazioni devastate da guerre e da fame. Ma tutte queste cose le sappiamo già.

Sarebbe necessario spingere più a fondo il discorso. Non bisognerebbe fermarsi alla prima risoluzione senza porsi chiarimenti sulle conseguenze.

Perchè nessuno si chiede se esiste un’angolo della terra dove l’integrazione tra culture ha mai funzionato?
Il più grande esempio di “paese di immigrati” sono gli Stati Uniti. Qualcuno si è informato sulla situazione attuale? Nello splendido libro appena uscito di Giavazzi ed Alesina “GOODBYE EUROPA”, gli autori sottolineano numerosi aspetti di questo argomento:

“ Le comunità americane con popolazioni più frammentate dal punto di vista razziale, hanno governi meno efficienti, corruzione e clientelismo sono più diffusi, il tasso di criminalità è più elevato e per ogni dollaro di tasse ci sono meno benefici pubblici. In breve, le città conun’elevata frammentazione razziale hanno più problemi sociali e meno capitale sociale anche se alcune di loro sono produttrici di ricchezza a livello nazionale, come New York e Los Angeles

Il disagio e le imperfezioni di una società multiculturale sono davanti ai nostri occhi e non c’è assolutamente bisogno di andare oltre l’Atlantico. Basta guardare le periferie francesi, i quartieri colonizzati di Nizza, e tante altre città inglesi, come tedesche, come italiane.

E’ davvero cos’ necessaria l’immigrazione? Si, ma perchè è diventata così strettamente necessaria? Certo è che lo Stato poco ha fatto per introdurre politiche di incentivazione relative alla famiglia e alla “proliferazione”, manovre troppo costose e onerose per governi sempre alle prese con gruppi di interesse e frange estremiste.
I governi europei sono stati a guardare mentre cambiamenti sociale enormi stavano trasformando le comunità presenti in Europa, e invece di fare da perno con politiche d’appoggio alla famiglia, hanno preferito la scorciatoia “extra-comunitaria” con tutto quel che si porta dietro.

E mentre la famiglia italiana è alle prese con il caro-benzina, la rata dell’asilo, le enormi spese di istruzione, il gas e tutte le rimanenti voci, molti comuni trovano giusto offrire agli immigrati un tetto dove vivere, pagare luce e gas, e favorire i loro figli nelle liste di iscrizione nelle scuole materne ( e tutto questo perchè l’immigrato vuole tenere a casa la moglie).


Laddove gli interessi degli italiani sono sacrificati per far posto a politiche “umanitarie” di questo genere, siamo di fronte a una carità ingiustificata e completamente politicizzata.

-L-

1 commento:

Antonio Candeliere ha detto...

Siamo stati anche noi nelle stesse condizioni un tempo!