sabato, marzo 31, 2007

Europa tra Iran e U.S.A

No dagli U.S.A ad uno scambio.

Questo è il messaggio che l’amministrazione Bush ha rivolto all’Europa e al mondo in generale.

La crisi sembra in atto. Il tempo corre. E a Teheran sanno che stanno giocando col fuoco, anche se paradossalmente la strategia è abbastanza chiara.

I militari inglesi sono un pretesto per il regime per due ordini di motivi.

Il primo è che così facendo, l’Iran mostra i muscoli al mondo. In deficit di visibilità globale, dopo mesi e mesi passati a spendere accuse verso la comunità internazionale contro i suoi progetti nucleari, cerca ora di farsi vedere. Gli ostaggi inglesi sono venuti a pallino. Per i prossimi giorni, seppur continueranno le minacce, tra l’altro concrete, di un dispiegamento di forze nel mar dell’Oman da parte della flotta anglo-americana ( più americana che anglo), dovremo continuare a vedere finte messinscene e fantomatici discorsi circa eventuali processi, che saranno più che altro mediatici. Questa è anche la forza della televisione: inorgoglire di gioia Teheran.

Il secondo motivi per cui gli Inglesi sono capitati al momento giusto è che saranno usati per chiedere appunto scambi di prigionieri, soprattutto riguardanti elementi catturati in Iraq, ma abbiamo visto comunque che le intenzioni statunitensi sono abbastanza chiare al riguardo.

Teheran chiederà il braccio e probabilmente non riceverà nulla. Ma perché non provarci? In fondo non gli costa nulla.

E proprio qui entra in gioco l’Europa. Venere rispetto a Marte non dispiega flotte o da aut-aut.

L’Unione Europea piuttosto si appella. Parla. Chiede che i militari vengano liberati.

Minaccia ritorsioni. Ma alla fine non farà nulla. Troppa è la presenza nelle relazione economiche di Germania, Italia o Francia verso l’Iran. Troppi sono gli inter-scambi tra l’Europa e l’ex Persia per prendere sul serio le minacce di queste ore. E per questo che diciamo che a Teheran non gli costa nulla il gioco che sta giocando. Ed è per questo che probabilmente tra un po’ di giorni, le diplomazie si muoveranno, gli ostaggi saranno rilasciati, e come al solito l’Europa, mentre altri si preoccupano di difendere la dignità umana, da fanatici ed estremisti, sta ferma al guado, e come un leone senza unghie, cerca invano di opporsi a una storia che drammaticamente si ripete ogni qualvolta c’è un problema di IR.

Attendiamo sviluppi

1 commento:

Anonimo ha detto...

Più che a un leone (senza unghie), l'UE assomiglia ad un bue grasso.
L'Iran sà bene con chi ha a che fare, e proprio sulla debolezza dell'Ue cerca di farsi scudo e di ammortizzare le pressioni diplomatiche di UK e Usa.
Poveri noi, indeboliti in un'altra situazione politica da condizioni di natura economica. Un'altra figuraccia. Che Bush ci perdoni.

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