venerdì, novembre 03, 2006

Capezzone, un liberale scomodo

E così Capezzone da oggi pensa per se stesso. Formalmente infatti ieri, all’apertura del V congresso dei Radicali a Padova, è avvenuto il passaggio di consegne tra il golden-boy della politica radicale degli ultimi anni, e Rita Bernardini, compagna di mille battaglie e prossima a mettersi al comando della creatura di Marco Pannella. Sostanzialmente l’uscita di scena di Capezzone dovrebbe concretizzarsi quando saranno presentate le candidature al ruolo di segretario del partito e dove il nome dell’attuale segretario non sarà riproposto.

In questa uscita di scena tra mille polemiche per le litigate continue di questi giorni tra Marco e Daniele, è interessante sottolineare gli sbocchi futuri e il ruolo di Capezzone all’interno del partito. Ad un certo punto, dopo le accuse di ipocrisia e di poca umiltà, l’uomo preferito di Chiambretti deve aver pensato a un “balzo in avanti”. Anche se per un istante, la tentazione di mollare tutto, di uscire dal partito e di tirare avanti solo con le proprie forze forse ha prevalso sul senso di fedeltà che Capezzone prova verso Pannella, che lo ha cresciuto in questi anni di turbolenze politiche.

Perché non lasciare ad altri le battaglie radicali liberali libertarie? Perché magari non stare per conto proprio in attesa che si evolva la situazione politica? Questo deve avere pensato Capezzone, dopo l’ennesima accusa che gli rifilava Pannella. Proprio lui, Marco il distruttore, forse l’unico eccesso animalesco, in un animo garantista e puro come il suo, lo ha scaricato sul suo giocattolo che tante soddisfazioni gli ha dato in 50 anni di storia radicale. Forse vedere come un giovane trentenne alla riscossa si è mosso in questi mesi di governo Prodi, ha turbato Pannella, che si è visto rubare lo scettro di vip nei salotti televisivi e nei dibattiti dei giornali. Lui che ricordiamo incatenato a Roma, con un cartello al collo con la battaglia del momento, o smagrito dopo un mese di sciopero della fame, si è visto scivolare dietro la voglia di fare di un ragazzo cresciuto forse troppo presto.

Il radicale del XXI secolo alloggia a Markette nella fortunata trasmissione di Piero Chiambretti, da del fascista a Occhetto a Porta a Porta, e litiga con l’orco Ferrara a Otto e mezzo ben sapendo la stima che il direttore del Foglio prova nei suoi confronti. Pannella spodestato dicevamo, ma non solo attraverso il “tubo catodico”.

L’effetto Capezzone si è gettato anche nelle stanze di Montecitorio dove Daniele ha l’ufficio di Presidente della Commissione Attività produttive. E qui che ha proposto per il governo la famosa Agenda Giavazzi, o che ogni tre o quattro giorni di queste settimane turbolente per via della Finanziaria, tira fuori dal cilindro la “coalizione dei volenterosi”. Dalla vittoria di aprile dell’Unione alle politiche, se pensi alla Rosa nel pugno e nel loro piccolo ai Radicali, pensi all’attuale segretario e ai suoi intenti autenticamente riformisti. La Finanziaria “non mi piace” ha detto. Le manovre da grande fratello di Visco sull’evasione fiscale “ non mi sembrano giuste” ha rispolverato. Forse Pannella se ne è accorto che il liberale Capezzone stava diventando un liberale un po’ troppo scomodo. E così è arrivata la stangata e il blocco a una rielelezione a segretario del partito.

Motivazione ufficiale? Quella che non si può conciliare la posizione in Parlamento con la guida di un partito. Problemi in questi anni di segretariato? E’ calato il numero degli iscritti e il lavoro “ burocratico” non è stato sempre all’altezza del ruolo ricoperto. Forse è vero, forse no, ma ci sembra che le dichiarazioni di Capezzone in questi mesi abbiano lasciato il segno molto di più che qualche pagina mancante nel registro iscrizioni del partito.

Capezzone comunque rimane all’interno del partito. Le alternative valide sono due.

La prima che è che continui il suo lavoro alle attività produttive e che in un secondo momento all’avvento di nuovi scenari politici, ritiri fuori la testa dentro il partito e si riproponga di “forza” sulla scena.

La seconda alternativa è rimanere all’interno ma in opposizione, a un segretario come Rita Bernardini che si preannuncia assai più mansueto e docile verso le posizioni Pannelliane e Boniniane. La “spina nel fianco” dentro i radicali potrebbe comunque portare una ventata autenticamente liberale e riformista all’interno di un partito che fino ad ora forse non ha fatto la voce grossa come dovrebbe. Capezzone è davanti a questo bivio quindi: o ragiona per se stesso o cerca di crescere con le sue idee all’interno del partito.

Siamo comunque certi che qualsiasi cosa faccia, Capezzone ha avuto il merito in queste settimane di scaldare i cuori di chi crede nella politica del “fare”, lontana da ideologismi facili e retoriche assolute.

1 commento:

Jinzo ha detto...

comincia già il linciaggio di Capezzone, come è successo a tutti gli ex segretari. Fintanto che non si dirà: "aveva ragione Pannella", si continuerà ad oltranza a polemizzare con Capezzone.