lunedì, febbraio 26, 2007

Considerazioni /1


Una mail accende per caso il mio interessamento per il tema scottante del "limite del lecito" nell'ambito dela medicina. Dov'è la linea? Dove si trova il confine tra il divinamente acconsentito?
Cosa ci è veramente permesso fare con le nostre mani?

La mail fà specifico riferimento alla notizia uscita in questi giorni, secondo la quale il governo Blair starebbe mettendo a punto un disegno di legge per permettere la modificazione genetica degli embrioni. Tutto ciò (ricerca a parte) per permettere alla coppia di eliminare eventuali difetti del loro futuro figlio.

Il discorso potrebbe facilmente cadere negli enormi labirinti dello specifico caso, potrebbe diramarsi in migliaia di obiezioni di carattere tecnico. Ma andiamo al sodo senza girarci intorno... (caro veronesi...)

Vorrei poter godere di una solida base di principi cristiano-cattolici, ma purtroppo non godo della loro compagnia. Molte volte sono più di impiccio che d'aiuto. Perchè quello che si chiede ai legislatori è una legge che sia il più possibile "oggettivamente giusta", cioè al di fuori delle logiche storico-sociali in cui viviamo. Nel medioevo masturbarsi poteva costare al malcapitato (colto con le mani nel ... pacco) due o tre mesi di prigione e innumerevoli ore di pentimento condite con migliaia di rosari. L'aborto, era considerato a tutti gli effetti un omicidio prima che la morale nichilista prendesse il sopravvento.

E' evidente che si deve porre un freno, un limite alla sperimentazione, alla ricerca con i bicipiti pompati delle aziende farmaceutiche. Possiamo impedire al figlio di avere le lentiggini? Why not? Magari (se può dottore...) potrebbe anche farlo un pò più alto, sà, che almeno assomigli più al suo nonnino...
Ma la risposta non può essere neanche una chiusura a riccio da parte della Chiesa. (che ti aspettavi.. il solito teatrino). A mio avviso proibire la distribuzione di profilattici nei paesi africani e sud americani è una vera e propria pazzia, che non porta a nulla. Ma non è l'unico esempio.. Alcune aperture sono strutturalmente inevitabili (nb ho detto aperture non concessioni), altrimenti si corre il pericolo di rimanere sempre più una religione "personale", un concetto intimo, che rischierà di rimanere delimitata in una cornice di "pensiero politico".

Nel frattempo godiamoci i nuovi Frankestein..

Cordiali saluti

Frà Tac

venerdì, febbraio 09, 2007

Salvezza


Vivere cinque ore?
Vivere cinque età?...
Benedetto il sopore
che m'addormenterà...

Ho goduto il risveglio
dell'anima leggiera:
meglio dormire, meglio
prima della mia sera.

Poi che non ha ritorno
il riso mattutino.
La bellezza del giorno
è tutta nel mattino.



Guido Gozzano

giovedì, febbraio 08, 2007

Elogio dell’intolleranza

L’incontestabile egemonia del Politicamente corretto ha invaso ogni settore del nostro iper tecnologico mondo, della nostra super informata società.

Ma sono sempre pronto a stupirmi… Purtroppo..


Cito l’ultima canzone di Vasco dal titolo “Basta poco”: - basta poco per essere intolleranti, basta poco, basta essere solo un po’ ignoranti - .

Stop. Cosa succede? Premettendo che considero (opinione strettissimamente personale, totalmente criticabile) la musica di Vasco davvero molto “pilotata” dall’esterno, un po’ ripetitiva, poco ricercata (davvero molto poco), permettete il mio stupore! Una delle poche icone dell’andar contro corrente mi ha rivelato una cosa: il politicamente corretto è arrivato anche al politicamente scorretto..

Vasco!! Uno che in Colpa d’Alfredo chiama “Negro” il ragazzo che gli frega la ragazza, ora fa la predica sull’intolleranza!! Oddio qualcuno mi svegli…

Frase molto generalizzata, che non picchia da nessuna parte, fornita con uno stile davvero paternalistico (degna di un’omelia da Prete di provincia), cantata da Vasco, quello che aveva il fegato marcio e cose del genere…

Dunque, caro Vasco, mi hai fatto sorgere delle domande spontaneamente (Lubrano mi manchi) ma in maniera naturale ma alquanto inaspettata: l’Intolleranza è davvero sinonimo di ignoranza?

L’intolleranza genuina, quella della vecchietta di Gallarate che sente puzza se si siede di fianco ad un’arabo, è ignoranza? La poveretta cosa dovrebbe fare?

L’intolleranza di certa gente verso la tecnologia, verso la continua corsa all’oggetto nuovo che supera di 2 stronzate l’oggetto precedente, è sinonimo di ignoranza?

E che dire dell’intolleranza generale verso gli zingari? Siamo ignoranti o viviamo in un paese di merda, dove le scuole non hanno neanche i soldi per le fotocopie ma in compenso gli arabi non pagano neanche una retta (E LA MOGLIE STA A CASA!!! PERCHE’ HANNO 7 FIGLI!!)

Dio benedica l’intolleranza, segno orgoglioso di gente comune, caparbio gesto di ribellione contro il pensar comune, che non vuole più che si dica Disabile ma Diversamente Abile, che ti attiva la censura su calimero perché ricorda un negro disadattato.

Vasco, io sono intollerante, ma ti assicuro che dei due quello più ignorante non sono io.